16 Agosto
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Lo Shivling, il giorno precedente coperto dalle nubi, ci si svela in tutta la sua maestosità.

Lo zaino ci grava sulla schiena con un peso cui non siamo avvezzi ma, avendo deciso di far tutto da soli, questo è il prezzo da pagare.

Un ponte di ghiaccio rappresenta per noi un gran bel colpo di fortuna per evitarci un guado altrimenti problematico.

Il Campo 2 lo facciamo sorgere a quota 4400, proprio sulle rive di un impetuoso torrente.

Lo Shivling, il "Cervino dell'Himalaya".

Dicono che sia una delle montagne più belle del mondo e la sua spettacolare visione è un regalo del mattino, quando l'apertura della lampo della tenda ci svela quanto le nubi del giorno precedente avevano precluso alla nostra vista.
Ridiscesa per un tratto la vallata principale ci inoltriamo in una valle laterale chiamata Raktvar Bamak.
Essa si trova sulla destra idrografica della medesima ed è solcata da un impetuoso torrente che un provvidenziale ponte di ghiaccio ci permette di attraversare. Sulla sponda opposta, a quota 4400 metri, viene installato il nostro Campo 2.